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Marzo 26 -

  • Immagine del redattore: Admin
    Admin
  • 25 mar
  • Tempo di lettura: 2 min

IL MITO DI ATLANTIDE



Numerosi miti parlano di una terra che per gli europei è a occidente e per gli americani a oriente e la dichiarano un paradiso terrestre, in cui si viveva senza lavorare e che sarebbe stato distrutto da un diluvio universale dovuto alla corruzione della gente; ne sopravvisse solo una minima traccia.

L'unica tradizione di una certa consistenza è quella riferita da Platone, il celebre filosofo, discepolo di Socrate, iniziato ai misteri di Osiride in Egitto, il quale ha parlato di Atlantide in 2 dialoghi, il Timeo e il Crisia, pervenutoci comunque incompleto. La notizia è riferita con tale serietà e varietà di particolari che solo Aristotele si è permesso di affermare che si tratta di un racconto immaginario, inserito per orientare il dialogo in una certa direzione.

Platone riferisce che Solone, giunto in Egitto durante il viaggio che intraprese per confrontare la legislazione greca con quella di altri popoli, incontrò a Sais un sacerdote anziano, che gli parlò degli antichi Ateniesi come degli unici uomini capaci di affrontare e sconfiggere l'esercito di Atlantide. Testualmente "Uno di quei sacerdoti, che era molto vecchio, mi disse: Oh Solone, voi greci siete sempre fanciulli e un greco vecchio non esiste [...] In quest'isola Atlantide vi era una grande, mirabile potenza, che possedeva l'intera isola e molte altre isole del continente. erra grande come la Libia e l'asia riunite (si intende l'attuale Turchia) e possedeva il dominio di tutte le isole fino al continente opposto. Nel tempo successivo, accaduti grandi terremoti ed eruzioni, nello spazio di un giorno e di una notte tremenda, tutti i vostri guerrieri sprofondarono insieme dentro la terra e scomparve l'isola di Atlantide". (Timeo 22).

In Crizia fa invece un lungo discorso in cui descrive quella terra, un vero paradiso terrestre che - alla fine - per la degenerazione di una stipe già buona, Giove pensò di punire perché "castigati diventassero migliori". Afferma che quella gente meritò la distruzione in conseguenza dei suoi vizi.

Questa tradizione ha avuto seguito tra gli autori greci, Proclo, per esempio afferma che Crantore, a Sais, vide una colonna con i geroglifici della storia di Atlantide, dentro il tempio di Net.



 
 
 

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