Marzo 29 -
- Admin
- 28 mar
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IL MITO DI ATLANTIDE

Nel 1898 il cavo transatlantico che collegava il Nord America con l'Europa si spezzò a 500 miglia a nord delle Azzorre; si constatò che il fondo marino si era rialzato di circa 2.000 metri e sul posto vennero trovati resti di lava raffreddata all'aria: la trachilite. Al materiale ritrovato venne attribuita una età minore di 15.000 anni e si potè parlare di terre sepolte in tempi relativamente recenti.
Certamente il fondale dell'Oceano Atlantico è una zona delle meno stabili del nostro globo ed è dominata da enormi e spaventosi fenomeni vulcanici. Pochi furono gli studiosi che seppero affrontare con coraggio questo tema, senza preoccuparsi delle critiche accademiche. Il primo fu Athanasius Kircher, un gesuita morto nel 1680 il quale nel suo Mundus subterraneus del 1665, localizza Atlantide nella zona delle Azzorre: queste isole sarebbero i resti di un continente sprofondato.
Nel 1800 Ignatius Donnelly saggista e studioso statunitense identifica Atlantide con la dorsatura atlantica di Dolphin. Ricordiamo inoltre Berlitz e soprattutto Muck, titolare di centinaia di brevetti, un uomo molto curioso, che si è appassionato questo tema e che tra il 1954 e il 1956 ha curato due pubblicazioni veramente interessanti, che meritano tutta la nostra attenzione.

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